A breve registrerò delle lezioni di fotografia per il web,
sul tema del Reportage nei birrifici artigianali.
Vanto una lunghissima esperienza nei micro birrifici
artigianali del Belgio, che ho fotografato dal 2002 al 2011 circa. Amo
insegnare, amo fotografare e amo la birra.
La lezione sarà presto online e non mi voglio dilungare
sulle tecniche e gli elementi del Reportage industriale, scrivo questo post
invece per cogliere l'occasione di riflettere su alcuni stili di reportage
industriale.
Quando si va a fotografare un’azienda o una industria
di produzione, assemblaggio materie prime, semi-lavorati, o prodotti
alimentari, spesso ci si scontra con molti problemi legati all'estetica, infatti, raccontare i processi di lavorazione, la nascita di un semi-lavorato, mette a
contatto con realtà che sono molto distanti dal concetto di bellezza che
abbiamo in noi, creato spesso dai media e dalla pubblicità. Insomma una
fabbrica di tubi, un birrificio artigianale, una casa farmaceutica, una
fabbrica di bottiglie, hanno poco dell'immaginario di perfezione, design,
ordine e precisione che ci si aspetta dalla fotografia che racconterà l'azienda. Poi c'è il problema della comunicazione e del
marketing, che chiedono immagini su idee di campagne e operazioni volte a vendere il prodotto che non partono dal prodotto o dall'azienda ma da strategie che hanno l'obiettivo di stimolare bisogni e necessità che poco hanno a che vedere con il prodotto, l'azienda o il processo di produzione, ma che hanno bisogno comunque di raccontarli.
Per cui sta davvero alla bravura, lo stile e alla creatività
del fotografo realizzare delle fotografie che possano trasmettere la giusta
combinazione tra esigenza comunicativa e realtà.
Spesso si ricorre, per tutta la parte che riguarda
l'industriale, a fotografie costruite in studio, posate totalmente, che sono evidentemente
finte e terribilmente patinate, ne sono pieni gli stock di foto online, così si va sul sicuro e si rassicura
tutti: committenti e clienti.
C'è un grande però, che mi fa sempre essere convinta che la
trasparenza, la chiarezza, la sincerità del vero reportage industriale paghino
e pagheranno sempre di più in fatto di reputazione aziendale, ed è il fatto che negli ultimi anni sempre più aziende
sono state travolte da scandali legati alla produzione, si pensi agli allevamenti
intesivi di grandi marchi per esempio, che hanno pubblicità che mostrano polli
o maiali ruspanti, ma che poi avevano fornitori che allevavano gli animali in terribili campi di concentramento. Ho sempre sostenuto che il cliente da oramai 20 anni è molto
disilluso, sempre più attento all'etica e all'impatto delle proprie scelte di
acquisto, per cui credo che mostrare la verità non può che giovare
all'immagine dell'azienda, anche a discapito di perdere un po’ di
perfezione..
Raccontare le aziende che lavorano comporta mostrare sporco,
spazi con quel meraviglioso disordine del movimento, mostrare usure varie dei
macchinari, mostrare le tute sporche di chi lavora per darci
tutte le nostre comodità, i nostri prodotti.
Ogni prodotto che viene da noi usato o consumato è frutto di
lunghe filiere e di molto lavoro, catene di grandi e piccole aziende che collaborano
e creano insieme tutto cio che usiamo.
E credo che meritino rispetto e visibilità, quando lavorano corretamente e in maniera seria.
La grandezza del fotografo sta nel regalare immagini che
raccontino in maniera vera tutto questo, senza falsare la realtà.
Questa una tavola di foto assemblate di un piccolo micro
birrificio del Belgio Ellezelloisem, a Ellezelles, cittadina ricca di leggende
di streghe e che ha dato i natali a Hercules Poirrot, il celebre detective di
Agatha Christie, che produce la meravigliosa birra Quintine. Nel dicembre
2006, il birrificio Geants ha acquistato il birrificio Ellezelloise per
diventare il birrificio Legende. I due siti di produzione sono mantenuti.