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domenica 5 luglio 2015

La Bottega dell'Immagine e Luigi Lusini detto Gigi


Circa un mese e mezzo fa vengo contattata da un certo Gigi Lusini, fotografo senese di indiscussa fama, non sempre positiva, qualcuno ne parla anche  come un egocentrico megalomane... :-)

Ma come si sa io amo l'egocentrismo e chi ha il coraggio di viverselo serenamente, amo anche i megalomani che considero la contrapposizione a un popolo stereotipato che non è capace a esprimere se stesso."E se mi parlano male di qualcuno, lo devo incontrare!"

Mi chiede un appuntamento in piazza del Campo, in un bellissimo caffè, mi dice che sente parlare di me, bene e male, io ho un po la fama di vendere fumo perchè bendo le persone e gli faccio esplorare i luoghi, perchè li costringo a "annusare" le cose, perchè non insegno la tecnica, perchè faccio Work shop di nudo per sole donne... ect...

Gigi ha creato La Bottega dell'immagine a Siena, un circolo fotografico, non un club, e sta cercando davvero di fare cultura, ha posizioni lontanissime dalle mie, ma nella chiacchierata, dove nessuno ci crederà, mi ha fatto chiacchierare pochissimo (anche lui un empatico che non ha bisogno di troppe parole) ho sentito che avevo davanti una persona che amava davvero la fotografia, forse gli aspetti che io non amo particolarmente, ma indubbiamente, parlava di fotografia, era molto colto sull'argomento e aveva moltissima esperienza lavorativa, sul campo.

Come tutti sanno sto lontanissima dai circoli fotografici, come tutti sanno detesto certi circuiti della fotografia italiana.

E quindi che fare?

Non era un circolo fotografico...
E poi Gigi inviava mail così intriganti a livello cerebrale e culturale che non potevo scappare.

Poi la proposta di raccontarmi sul suo giornale on line, Camera Chiara, poi la proposta di un incontro con il Circolo...

L'intervista è stata una cosa molto carina, Gigi mi ha mandato tre domande e mi ha dato carta bianca, sono andata a ruota libera, non ha tagliato nulla, non ha modificato nulla, la verità è  che l'ultima volta che ho rilasciato un'intervista ho perso un lavoro con una cooperativa italiana molto importante, non per colpa del giornalista, preciso, ma per la grettezza della grande madre d'Italia, però la giornalista ha interpretato le mie parole e alla grande casa non è piaciuto, cmq grazie alla giornalista, davvero,..
Gigi invece lascia le mie parole, lascia le mie fotografie e questo mi piace, mi fa capire che davvero ho una persona davanti che vuole parlare di fotografia, che cerca confronti.

Poi l'invito in bottega.

Io amo parlare di fotografia e anche della mia fotografia ma la platea mi spaventa sempre, un'atavica reminiscenza delle recite scolastiche credo, o forse semplice umanità.

Vado e mi racconto, ho parlato tre ore, solo io, e fortunatamente Gigi, gli altri ascoltavano senza troppi feed back, solo quelli di un audace ragazzo e appunto Gigi.

Li per li non capivo, io amo scambiare per cui mi sembrava un percorso sterile, unidirezionale, non mi interessa più il giudizio degli altri, che ci si creda o no, l'ho baypassato, ma mi interessa l'altro, le sue idee, i suoi percorsi i suoi feedback.

Ma poi il calore umano è arrivato, da un grande Gigi, un gran bel personaggio e dalle mail.
Per cui quando potrò ci tornerò da uditrice, perchè voglio conoscere meglio quegli occhi attenti di fotografia che mi hanno ascoltato fino all'una di notte!

E poi con Gigi è nato un progetto...
La Bottega dell'Immagine Siena Foto Gigi Lusini

Ve lo racconto un'altra volta.

Il link per leggere l'intervista:
http://issuu.com/varuvanessarusci/docs/camerachiara_3-2015summerz__2_

Da pag 12

Buona lettura!


domenica 26 aprile 2015

Dove mi trovi a Siena?

Studio comunicazione e fotografia Vanessa Rusci Fotografia e comunicazione per aziende http://goo.gl/maps/U0iJX
Segnalibro realizzato per progetto Winefinger 2015 Regione Toscana e SerGe Genomics Siena

mercoledì 15 aprile 2015

Come trovare le coordinate GPS di un luogo non mappato e fare una mappa su google maps per raggiungerlo da iniviare a clienti e fornitori

Si, nell'era moderna può accadere anche questo: una azienda che seguo sta in una via che non esiste!
La sua bella foto da satellite conferma la sua esistenza ma nessun navigatore o percorso da mappe virtuali permette di arrivarci!

Sono riuscita a risolvere la questione usando
GOOGLE MAPS COORDINATE GEOGRAFICHE

Ti permette di puntare il tuo luogo e creare una mappa collegata a un link che puoi mettere su siti web, social e inviare per mail!

Mi è servito anche per inviare i dati a GOOGLE MAPS per la pagine BUSINESS

Provare credere!
GOOGLE MAPS COORDINATE GEO



Buona lavoro!!!

lunedì 13 aprile 2015

Altra comunicazione: Dare visibilità all'azienda attraverso i contest fotografici di settore

Con Gianni Tacchini del TNT Pub lavoro da sempre, devo a lui gran parte della mio percorso lavorativo.
Credette da subito sul metodo Sensoriale e mi permise di sperimentarlo per la sua comunicazione.
Nel 2002 cominciò a portarmi in Belgio per realizzare un reportage sulla birra artigianale fatta nei microbirrifici.
Quel lavoro è andato avanti per quasi 9 anni.
Gianni Tacchini è stato uno dei primi a importare birra artigianale dal Belgio, ha creato il più grande evento per microbirrifici in Italia, Il Villaggio della Birra ad oggi patrocinato dal Belgio, in questi giorni sta organizzando Lo Zythos Italiano.
Gianni mi ha sempre lasciato carta bianca, credendo nella mia creatività, permettendomi di sperimentare come ben pochi clienti fanno.
Ho realizzato per lui grafiche audaci e pannelli istallazione per fiere ed eventi , Salone del Gusto, Eat, Birrogustando, Villaggio della birra; locandine ed eventi per il suo storico locale aperto da lui 20 anni fa.
Ho esposto miei progetti in mostre e istallazioni invitando anche grandi artisti del panorama italiano e estero presso i suoi locali e durante le sue manifestazioni, Andrea Roldan, Patrizia Mori, Anna Ferrara, Palix e tanti altri.
Ho realizzato operazioni di marketing alternativo come set fotografici volanti e cene sensoriali.
Queste tre foto sono un lavoro che abbiamo realizzato per il Concorso FACE OF BREWERY.
Anche partecipare a dei concorsi di settore è importante per una azienda.
Per lavorare con me
info@vanessarusci.com
cell 3939114016
Sotto
Gianni Tacchini
Titolare TNT PUB
e creatore del Villaggio della Birra
Photo Vanessa Rusci
Gianni Tacchini Photo Vanessa Rusci
Gianni Tacchini Photo Vanessa Rusci

Gianni Tacchini Photo Vanessa Rusci

giovedì 2 aprile 2015

Comunicare con le immagini

Se vi trovate a leggere questo post, il punto rosso vi ha catturato l'attenzione, e sicuramente poi avete anche letto quello che le parole volevano comunicare.
Una delle tante "leggi" della comunicazione parla della semplicità.
Il punto rosso fa da catalizzatore, attrae l'attenzione.
La semplicità spesso attrae, in fondo siamo continuamente bombardati da messaggi visivi complessi e di fronte a un punto rosso su un foglio bianco il nostro sguardo si sofferma.
Non è una regola assoluta, in altri casi può essere proprio la confusione visiva a fare da catalizzatore, per cui ogni volta che si sviluppa qualcosa per comunicare si deve aver ben chiaro quale sensazione e quale leva si vuole utilizzare per cercare di arrivare a più persone possibili.
Non va mai dimenticato che l'importante di una campagna è il fatto di avere un prodotto o un servizio che realmente servono ai clienti.
Si, da una parte si può stimolare un bisogno fittizio, creando stereotipi ai quali aspirare, si pensi agli status symbol delle automobili di lusso, dei gioielli, di certe marche di abiti, ma in realtà siamo sempre di più davanti a un cliente consapevole, "scafato", che sceglie.
Fatte queste premesse, in questa "cartolina" ho voluto inserire un messaggio di consapevolezza.
La comunicazione server per far conoscere le vostre aziende, i vostri servizi, ma non va mai vista solo come un mezzo per "catturare" i clienti, questa è un'ottica vecchia, poco efficace.
Oggi la comunicazione deve puntare molto sull'identità dell'azienda, sui suoi valori, sulla sua dinamicità, sulla sua mission.
Questa cartolina parla di dialogo e di fiducia verso il futuro, parla di un potenziale insito nell'incontro, tra un'azienda e un cliente, ma anche tra esseri umani che "fanno" insieme.
Parla della consapevolezza dell'istante presente che è sempre un inizio, una partenza.
Questa è la comunicazione che faccio, che mi piace, che voglio "vendere".
Per un appuntamento
info@vanessarusci.com
Cell 3939114016
Qui trovate anche un esempio sul font:
notate come cambia l'impatto visivo e del messaggio utilizzando un Font (tipo di carattere) diverso.
Il primo, un Cinnamon Cake, comunica meno convizione, più "gioco".
Il secondo, Helvetica Compressed, arriva dritto al segno, sembra dichiarare una verità.
Vanessa Rusci

Vanessa Rusci

giovedì 19 marzo 2015

Fenomeno bizzarro!

Parlavamo ieri sera, con Andrea Bassega​, di un buffo fenomeno che abbiamo notato: io creo molti eventi per me e per le aziende, ma mai come nel caso del Workshop "About your body" Workshop per sole donne, ho ricevuto così tanti rifiuti alla partecipazione.

Badate bene abbiamo avuto un così largo numero di richieste che forse faremo due date, ma la cosa che mi ha sorpreso è stato l'altrettanto rifiuto ottenuto, ovvero ci si è presi il disturbo di premere "Rifiuto"...

Link Workshop

Non so trarre una conclusione definitiva, Andrea ha detto che evidentemente la cosa "muove" profondamente nell'inconscio.

Sarà il nudo?
Sarà il fatto che è per sole donne?
Sarà che tratta un tema come l'imparare a guardarsi e togliersi i pregiudizi visivi e le illusioni imposte dai media?

Ho invitato prevalentemente donne ovviamente, quindi sono state loro a rifiutare...

Buffo fenomeno  cmq.., continuo a pensarci.

©Vanessa Rusci So Ugly

mercoledì 11 marzo 2015

A proposito del mio prossimo workshop solo per donne

© Vanessa Rusci

                                  © Vanessa Rusci
La fotografia è un linguaggio, la fotografia è un mezzo per esprimersi.
Le cose che mi piacciono di più sono spesso prodotte da fotografi estremamente consapevoli di questo, si prodigano in progetti che raccontano il mondo filtrato dal loro animo, dalla loro sensibilità.
Faccio fotografia da quando ho 18 anni, ho sviluppato un rispetto per quest'arte che va oltre l'immaginabile, rispetto la fatica di chi produce importanti progetti fotografici, il tempo che dedica loro, rispetto la dedizione, il coraggio, la passione.
Mi confronto inizialmente con tutti, poi ovviamente scelgo con chi continuare e con chi no.
Detesto fortemente la superficialità in fotografia, chi crede che sia solo uno scatto, che l'aspetto tecnico superi l'espressione, chi non ha capito il suo linguaggio, la sua funzione.

Detto questo arriviamo al perchè di questo mio workshop.
La prima volta che ho visto una post produzione fatta professionalmente ero al Toscana Foto Festival a Massa Marittima, al workshop di Luca Musacchio  ero l'unica iscritta, era il 1998 o 1999 non ricordo, mi resi conto subito della potenza di questo strumento: era molto molto molto di più di ciò che si poteva fare in camera oscura, più preciso, più veloce, più tutto.
Successivamente a Milano durante una lezione tenuta da Fabrizio Ferri all'Università dell'immagine, nei Super Studi di via Bugatti vidi la prima post produzione professionale applicata su una foto di una ragazza normale che veniva trasformata in modella e compresi ulteriormente quanto potente fosse la fotografia nel creare stereotipi fantastici.

Nel 1999 avevo lavorato sul tema dell'anoressia, a stretto contatto con le ragazze malate, due di loro morirono, una si salvò, Lisa, ho parlato tanto con lei, con i medici che si occupavano della malattia, con i familiari delle vittime, decisi di fare un progetto, ma di non fotografare le malate e di lavorare invece sulla malattia, in maniera simbolica, renderla immaginario, trasformare in immagini la sofferenza, le illusioni, gli attaccamenti, gli errori della mente.
Ne uscì Ana, una istallazione fotografica relazionale, finanziata successivamente dall'Università di Siena.

Ricercando, sperimentando, capivo sempre più che l'immagine e lo stereotipo a cui ambiva chi si ammalava di un disturbo alimentare era un'illusione.
Era frutto di credenze che spesso nascevano da immagini di donne perfette, di donne che non esistevano nella realtà.
Non volevo lavorare solo sull'aspetto psicologico, ma affrontare il ruolo dell'immagine e creare altre immagini che stimolassero la riflessione.
Partecipai a un corso tenuto dalla fotografa toscana Cinzia Canneri che ci fece lavorare sul corpo e sull'autoscatto, sperimentai su di me la forza di guardare il proprio corpo da molti punti di vista, capii che l'immagine che produceva abbatteva il mio pre concetto, non sono mai stata magrissima, combattevo come tutte le donne con la linea, con il peso, con l'aspetto e poi io ero una di quelle che venivo sempre male in foto. Quel lavoro diede il via alla ricerca: i miei glutei, il mio seno, la mia faccia di profilo, le mie mani, i miei piedi se li fotografo io non erano come quelli delle altre fotografie, se usavo il bn vedevo il mio corpo non troppo differentemente da quello delle varie modelle che usavo per i miei lavori.

Negli anni successivi la ricerca è continuata, ho fotografato molto nudo, molte donne nude, mi sono fotografata molto, amando ormai il mio corpo e riconoscendone l'unicità.
Ero consapevole degli inganni della mente e della immagine.

Poi l'incontro con la bulimia, un altra bestia che attacca molte donne e purtroppo oggi anche uomini, anche in questo caso decisi di non lavorare con gli stereotipi: il vomito, la magrezza, la grassezza, anche perchè incontrando chi ne soffriva capivo che l'immagine ancora una volta creava stereotipi errati.
Le donne che soffrono di bulimia spesso sono persone normalissime,  alcune bellissimi, insospettabili e così decisi di mostrare il mio corpo, non perfetto come quello delle modelle ovviamente, ma vero, reale, raccontandolo con immagini molto artistiche, poetiche, sculture di carne mi piace definirle, e anche li la scelta di un'istallazione fotografica e relazionale, accanto alle sculture la rappresentazione del suicidio che la malattia rappresenta, suicidio lento del corpo, suicidio del prioprio io, suicidio del femminile, suicidio come estremo rifiuto della propria unica caratteristica: il nostro aspetto.
Nasce così So Ugly.
© Vanessa Rusci 

© Vanessa Rusci

© Vanessa Rusci

© Vanessa Rusci



© Vanessa Rusci


Partono poi le sperimentazioni con le donne, fino ad arrivare due anni fa a proporre questo Work shop:
Uno spazio di espressione fotografico, che serve a capire l'immagine e i suoi inganni, che serve a comprendere l'unicità di uno scatto fotografico, che serve a scoprire il proprio corpo e la grandezza della fotografia come strumento di racconto, di conoscenza, di consapevolezza.
Solo per donne per sentirci libere anche di spogliarsi se vorremo.
Senza nessun altro motivo.
Un work shop per chi inizia, impareremo insieme, per chi è esperto, approfondiremo e scambieremo le nostre esperienze, per chi vuole conoscere se stessa,  il proprio corpo e qualche "verità" in più sulla fotografia.
Guarderemo anche i lavori di grandi fotografe che hanno lavorato sui temi che il ws tocca e ci divertiremo.
Solo per 8 partecipanti, molti posti già prenotati
Info sul workshop:
https://www.facebook.com/events/419778661525216/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular

Fotografie sul lavoro ANA Anoressia
e istallazione
https://varu71.see.me/atp2013

http://www.saatchiart.com/art-collection/Ana/90690/24064/view

Fotografie sul lavoro SO UGLY Bulimia
http://vanessaruscivaruartecontemporanea.blogspot.it/